Intervista al dottor Marco Dolfin

Osteotomie di ginocchio: che cosa sono, in quali situazioni vengono praticate e qual è la procedura operatoria. Ne parliamo con il dottor Marco Dolfin, specializzatosi in Ortopedia e Traumatologia nel 2011 presso l’Università degli Studi di Torino e attualmente libero professionista presso la Clinica Humanitas Cellini di Torino.

Dottor Dolfin, che cos’è un’osteotomia?

Un’osteotomia è una frattura chirurgica controllata, ossia il taglio dell’osso per modificarne la forma in maniera tale da poter correggere una deviazione dell’asse dell’arto inferiore che non consente una corretta biomeccanica del ginocchio. 

Una radiografia di tutto l’arto, dal bacino fino ai piedi, permette di misurare esattamente la deformità a livello del femore e della tibia. Se la valutazione radiografica conferma la presenza di un malallineamento della tibia o del femore e quindi di un angolo un po’ troppo marcato (al di fuori dei valori definiti fisiologici), è possibile correggere quell’angolo effettuando un’osteotomia. 

Il più delle volte si tratta di un taglio non completo (si cerca di lasciare una zona di osso definito “cerniera” che garantisca continuità) finalizzato a correggere, su uno più piani nello spazio, la deformità misurata. 

Le ossa vengono fissate nella nuova posizione mediante una placca e delle viti che possono essere eventualmente rimosse in un secondo tempo. 

Come accade per una normale frattura, il tessuto osseo in mezzo a questa frattura controllata si riforma, garantendo una stabilità secondaria (dopo quella primaria assicurata dalla placca), in maniera tale che il paziente non debba essere immobilizzato per tempi lunghi.

In quali situazioni viene praticata l’osteotomia?

Le situazioni più frequenti in cui viene praticata sono un ginocchio troppo varo (le gambe a O, tipiche dei calciatori) o un ginocchio valgo (le gambe a X, la deformità più spesso presente nel sesso femminile). 

In particolare, la condizione più frequente è la deformità in varo della tibia, che viene corretta con un’osteotomia sulla parte più alta (prossimale) dell’osso.

In alcuni casi, quando la deformità è molto importante, la correzione può essere eseguita su entrambe le ossa (femore e tibia), in modo da ottenere una correzione globale ottimale senza modificare l’allineamento articolare ed evitando una correzione eccessiva solamente su un osso. Cerchiamo, in sostanza, di effettuare la correzione una parte sulla tibia e una parte sul femore in maniera tale che il ginocchio continui ad avere l’appoggio più fisiologico possibile. 

Può spiegarci come avviene l’intervento?

Si fa un’incisione nella sede del difetto da correggere e con strumenti ad alta precisione si va ad aprire la cerniera. Una volta raggiunto il grado di correzione voluto, l’osso viene fissato nella posizione corretta mediante placca e viti.

L’intervento avviene sotto il controllo di un apparecchio di brillanza, ossia un apparecchio portatile per fare radiografie intraoperatorie che consentono di verificare la correzione. 

Dal momento che si tratta di correzioni millimetriche (pochi gradi angolari), per appurare che la correzione corrisponda effettivamente a quella pianificata il controllo radiografico viene eseguito sia durante l’intervento sia dopo aver fissato la placca.

Dopo un’osteotomia è necessario un periodo di riabilitazione?

Sì, noi puntiamo molto sul percorso riabilitativo per accelerare i tempi di ripresa, ma anche perché spesso il paziente arriva all’intervento con un ginocchio sul quale ha iniziato a mettere in atto, anche involontariamente, determinati compensi per cercare di non sentire male, e in questo caso deve imparare a riprendere a camminare in maniera corretta.

In genere si inizia a fare fisioterapia già in ospedale. Alla dimissione, circa 48 ore dopo l’intervento, il paziente può tornare a casa sua e, avendo già preso contatto con la fisioterapia, vi rientrerà con un programma riabilitativo già impostato da svolgere in maniera autonoma. 

L’obiettivo è fargli recuperare la normalità su tutti i fronti, restando a casa, con i propri aiuti e nel proprio ambiente, grazie a un supporto riabilitativo importante che prevede circa 3 sedute alla settimana nelle prime settimane di trattamento.

Quali sono i vantaggi dell’osteotomia rispetto ad altre procedure?

L’indicazione all’osteotomia può sovrapporsi a quella di una protesi monocompartimentale che non può essere effettuata quando il difetto assiale è troppo marcato. 

In alcuni pazienti con osteoartrosi, l’osteotomia consente di prevenire l’impianto di una protesi totale: se infatti interveniamo in tempo e riusciamo a correggere il ginocchio grazie all’osteotomia, possiamo andare a ridistribuire il carico e riequilibrare l’appoggio in modo tale che il consumo dell’articolazione avvenga in maniera molto più uniforme.

Quando il paziente si trova nella finestra clinica in cui è presto per mettere una protesi, ma il ginocchio ha iniziato già a far male e a consumarsi, le osteotomie possono dare degli ottimi risultati.

In definitiva, se è fatta bene e con le corrette indicazioni, l’osteotomia è un intervento che in qualche modo consente di ritardare o di non dover ricorrere all’impianto di una protesi articolare. 

L’idea di “tagliare” l’osso non deve spaventare: l’osteotomia, infatti, è un approccio meno invasivo rispetto ad altri interventi più conosciuti (la protesi ad esempio) e permette al paziente di uscire dalla sala operatoria con il ginocchio con cui è nato invece che con un ginocchio artificiale.